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Infanzia rubata

 

 

 

Nel documento programmatico dell’attività pastorale della Chiesa Italiana  per il prossimo decennio, pubblicato dalla Conferenza Episcopale Italiana, intitolato: “Educare alla vita buona del Vangelo”, a pag. 53 si legge:  “Le età della vita sono profondamente mutate: oggi è venuto meno quel clima di relazioni che agevolava, con gradualità e rispetto del mondo interiore, il passaggio alle età successive …”

Riguardo ai bambini così si esprime: “Si parla di infanzia rubata,  cioè di una società che rovescia sui bambini messaggi e stimoli pensati per i grandi.”

Quando, qualche giorno fa,  sul corriere online ho visto, per puro caso,  il video riguardante Willow Smith e il suo ultimo single ho pensato immediatamente a quanto corrisponda a verità questa affermazione dei vescovi Italiani.

 

To rock the beat …

Willow Smith, la figlia prodigio di appena 10 anni di Will Smith il famoso attore americano,  è balzata al cosiddetto onore delle cronache per la sua indubbia bravura nel cantare e ballare.

Il single al quale mi riferisco è intitolato,  21st century girl.  Quello che lascia perplessi  non sono    gli indubbi talenti posseduti da questa ragazzina (forse tutti i genitori sarebbero felici di avere una figlia del genere),  ma è il messaggio trasmesso con questa nuova canzone che vorrebbe essere come un manifesto per le ragazze del 21° secolo. Ricordo che il video clip è disponibile in rete.

-          - Cosa pensare quando una ragazzina di dieci anni dice, fra l’altro, che rifiuta ogni restrizione, perché è nata per essere “selvaggia”. (I'm on a mission With no restrictions Don't second guess myself.  I'm born to be wild)

-          - Quando dice che il pericolo è affascinante e che lo affronterà con un sorriso (Give me an inch  I promise I'll take a mile. Danger is beauty  I'll face it with a smile.)

-          - Quando afferma che non accetta nessuna regola perché vuole vivere come le pare, anzi vuole per sé una vita spericolata … (The rules don't own me I'm living life on the edge,  I choose my path)

-          - Quando vi dice che si sentirebbe di controllare il mondo se solo potesse realizzare i suoi sogni e che l’obiettivo della sua vita … è ballare a ritmo  e … divertirsi, solo divertirsi?  (I feel like I can take over the world If only I get my dreams out… I like to rock the beat … Yeah, I'm gonna live it up , Just live it up)

Coloro che hanno a cuore la sorte dei bambini e/o sono impegnati nel campo dell’educazione,  non possono non prendere in considerazione la tipologia e la forza dell’ impatto che possono avere messaggi come questo. Questi messaggi sono trasmessi con linguaggi  che esercitano un potere tremendo di fascinazione sulle nuove generazioni …

Particolarmente Inquietante, almeno così a me è apparsa,  è la scena della Willow che corre sorridendo inseguita dai lupi mentre canta che il pericolo è affascinante e che lo  affronterà con il sorriso.

Permettetemi di ripetere quanto inquietante mi sia sembrata questa scena, quando abbiamo ancora negli occhi e nel cuore lo strazio di due bambine: Sarah Scazzi e Yara Gambirasio, che come agnelline sono state sbranate da lupi senza scrupoli.

 

Nati Per divertirsi …

Sembra che il messaggio che martella la mente dei bambini, ma anche degli adolescenti e dei giovani sia questo: fuori del divertimento c’è il nulla!

La riprova è il fenomeno web del momento: Rebecca Black, una ragazzina di 13 anni che ha realizzato con il suo primo single: “Friday, Friday”, (anche questo video lo potete visionare sulla rete) ben 33 milioni di click. Il Messaggio?  Non vediamo l’ora che arrivi Venerdi per andare al party e divertirci.

Nel suo libro “Nati per comprare. Salviamo i nostri figli ostaggio della publicità” Juliet B. Schor, (economista di formazione è docente di sociologia al Boston College) parlando di Nickeldeon, la corporatione che gestisce l’80% di share dei programmi per bambini afferma: “E’ importante riconoscere la natura del messaggio della Corporation: i bambini e i prodotti stanno insieme, in un grande universo divertente, mentre i genitori, gli insegnanti e gli altri adulti vivono in un mondo oppressivo, monotono e triste. Ciò che viene trasmesso ai bambini è che il prodotto, e non i genitori, è davvero dalla loro parte.”

 

O, soprattutto,  per amare?

Noi cristiani, illuminati dalla parola di Dio, crediamo che vivere è:  amare fino alla fine. (Gv. 13,1). Non possiamo, quindi, non scendere in campo contro un tale stravolgimento del senso della vita operato dalle Multinazionali,  che vorrebbero trasformare tutti gli esseri umani, fin dall’infanzia, in ossessionati,  infelici ricercatori e, soprattutto, consumatori del divertimento ad ogni costo.

P.Elia del M.C.

 

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