Back

 

Esercizi Spirituali in Terra Santa

 

Ero stato a visitare il Cardinale Sepe nel Luglio 2007 e gli avevo manifestato il mio desiderio di andare in Terra Santa per un mese di esercizi spirituali in occasione del mio 25° Anniversario di Sacerdozio (1982-2007). La risposta del Cardinale fu: “Prenotati presso l’Opera Napoletana Pellegrinaggi e vieni con me dal 9 al 18 Gennaio prossimo, per un corso di esercizi spirituali in Terra Santa.”.

 

Nazareth e… 

Siamo partiti come stabilito mercoledì 9 Gennaio dall’aeroporto di Capodichino: eravamo circa 50 sacerdoti dell’Arcidiocesi di Napoli. Arrivati a Tel Aviv ci siamo diretti immediatamente a Nazareth dove abbiamo celebrato la Santa Messa nella Basilica della Visitazione. Il padre De Rossi, Gesuita di grande vita interiore, che doveva guidarci in questi giorni di silenzio e di preghiera, nella sua omelia ha fatto, tra l’altro, una citazione presa dal Talmud che mi ha colpito. Secondo un'affermazione fatta in questo libro, che raccoglie tutte le riflessioni e interpretazioni dei saggi ebrei, sarebbe “Meglio che la Torah cada nel fuoco piuttosto che cadere nelle mani di una donna”. Questa affermazione rabbinica mi ha fatto subito pensare alla carica rivoluzionaria dell’agire di Dio: è nel grembo purissimo di una ragazzina nazaretana che la Torah Personificata, Il Verbo di Dio si è fatto carne!

Non solo…la povertà della casetta di Nazareth in cui Dio ha deciso di far vivere il suo Figlio unigenito, mi ha fatto riflettere su una grande verità: Quando c’è la purezza dell’amore anche una povera casetta diventa una reggia, mentre quando non c’è l’amore vero anche una reggia diventa una stalla! 

Subito dopo la celebrazione della Santa Messa, era ormai sera, ci siamo diretti verso la casa “Domus Galilaeae” sul Monte delle beatitudini dove dovevamo trascorrere 5 giorni di spiritualità. Padre De Rossi ha subito impostato gli esercizi spirituali invitandoci nel silenzio e nel raccoglimento a “ritornare alle radici” della nostra fede, a ritornare lì dove tutto è incominciato, lì dove l’avventura rivoluzionaria di Gesù di Nazareth era partita. Ci ha invitati a vedere quei luoghi santi come “sacramenti” di una presenza speciale del Signore Risorto e, quindi, portatori di una grazia speciale. Davvero è andata così. Tutti i partecipanti agli esercizi hanno percepito questa grazia speciale!

 

…la Galilea 

Nel corso degli esercizi il Padre De Rossi, seguendo la narrazione evangelica, ha descritto il ministero pubblico di Gesù in Galilea. Gesù lascia Nazareth e si stabilisce a Cafarnao dove incomincia la sua missione di Maestro e Taumaturgo. Un Maestro, Gesù, che insegna con autorità, non come gli scribi. Una parola, quella del Maestro che si fa fatto, evento. L’annuncio inaudito di un Regno di Dio che deve instaurarsi “dentro”, nel più intimo di te stesso e che cambia radicalmente la tua vita: facendoti partecipe della sua natura Dio ti libera nello stesso tempo dal male. In questa Terra Santa Dio decide di fare un’esperienza umana per poter permettere all’uomo di tutti i secoli e di tutti i luoghi di fare un’esperienza divina: vivere da Dio!

 

Cafarnao 

Nella misura in cui la sua missione si concretizzava la sua identità diventava sempre più chiara: Dio stesso in Gesù era in mezzo agli uomini. Non era facile per gli Ebrei accettare questa verità per questo il ripudio da parte dei capi del popolo. Solo coloro che si aprivano al dono della fede, potevano percepire la presenza di Dio in Gesù e aderire a Lui con tutto il cuore: “Signore da chi andremo Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che Tu sei il Santo di Dio!”. Pietro, il pescatore di Cafarnao - abbiamo visitato i resti della cittadina e celebrato una Santa Messa meravigliosa nella Chiesa costruita proprio sopra le rovine della sua casa – è stato il primo professare la fede cristiana: “Tu sei il Cristo il Figlio del Dio vivente.”. Per questo Gesù gli dice: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa…” (cfr. Mt 16,13 ss)

 

Il Monte delle Beatitudini: Il Manifesto Rivoluzionario! 

L’ultimo giorno degli esercizi, Domenica 13 Gennaio, abbiamo visitato la chiesetta sul Monte delle Beatitudini che ricorda il famoso discorso che Gesù fece, il cui eco ha attraversato i secoli e le latitudini e non si spegnerà se non alla fine del mondo. Un discorso che ha rovesciato completamente la “sapienza” di questo mondo.               

Felici i poveri in spirito, perché l’attaccamento disordinato alle ricchezze di questo mondo ti procurano ansia e depressione, la povertà dello spirito ti fa gustare in “profondità” la bellezza della vita.               

Felici i miti, perché la violenza è segno di fragilità, la mitezza è segno di forza.               

Felici quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché l’ingiustizia ti degrada, la giustizia, ti perfeziona.               

Felici i misericordiosi, perché gli spietati sono vigliacchi, i misericordiosi sono coraggiosi.               

Felici i puri di cuore, perché la sporcizia ti rende cieco, la purezza ti dona una “percezione superiore” della realtà, ti fa vedere Dio.               

Felici gli operatori di pace, perché l’odio distrugge l’amore costruisce.               

Felici coloro che amano la verità, perché la menzogna ti rende prigioniero delle tenebre, la verità ti fa vivere nella luce.               

Felici voi, quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi affliggendovi per causa mia. Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei (cfr. Mt 5,1 ss)

 

Il Monte Nebo 

Con il Cardinale siamo anche stati in Giordania e abbiamo avuto la possibilità di celebrare la Santa Messa sul Monte Nebo. Mosè, il grande Condottiero scelto da Dio per liberare il suo popolo dallo strapotere del Faraone di Egitto e guidarlo nella Terra Promessa morirà proprio su questo monte. La Terra Promessa la vedrà da lontano, dall’alto di questo monte.

Ripensando alla vita di Mosè, (vedi Libro dell’Esodo) di come per mandato di Dio dovette liberare, formare per ben 40 anni nel deserto questa massa di individui che non erano un popolo, ma dovevano diventarlo perché avevano una grande missione da realizzare, ho pensato alla grande missione che Dio attraverso il Santo Padre Benedetto XVI ha affidato al nostro Cardinale. Liberare, guidare questo popolo napoletano che ha volte non sembra essere un popolo, ma che deve diventarlo perché ha una grande missione da realizzare. Questo popolo che, certamente per tante ragioni storiche, si comporta a volte in un modo infantile e che, come il popolo ebraico, stenta a prendersi le proprie responsabilità scaricando tutto sulle Istituzioni. Come Mosè, Il nostro Cardinale deve affrontare il “faraone” del mal-governo, della disoccupazione endemica, della povertà degradante che affligge tanti figli di questa città così martoriata, del crimine organizzato,…Un faraone che cerca di distruggere in tutti i modi la libertà e la dignità di questo popolo.

 

La città Santa: Gerusalemme! 

Gerusalemme, la Città Santa, la Città che ha visto gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù. E’ difficile parlare di questa città. E’ difficile esprimere quello che suscita nel tuo cuore il camminare per le sue viuzze strette, respirare i suoi profumi, ascoltare i suoi suoni…Il quartiere arabo con i suoi colori, i suoi mercati, la sua gente; Il quartiere Ebraico, il Muro del Pianto, i suoi canti; il quartiere cristiano, il Santo Sepolcro, l’ecumenismo vissuto nella vita quotidiana… il flusso continuo di pellegrini che in religioso silenzio s’inginocchia davanti alla roccia che ha sostenuto la croce di Cristo…o resta ore e ore in ginocchio davanti alla pietra del Santo Sepolcro, la via dolorosa…

E’ difficile parlare di Gerusalemme… bisogna andarci, bisogna viverla!

 

 

D. Bruno Oliviero

 

TOP