Back

 

Purezza e Solidarietà

 

 

Il Tempio della Regina dei Gigli

E’ ormai dal lunedì santo di quest’anno che sono ospite nella Casa di una nuova Congregazione che sta nascendo nel grande campo della Chiesa cattolica e che ha la sua sede a S. Giorgio a Cremano: La Compagnia della Regina dei Gigli al Servizio della Chiesa.

A S. Giorgio a Cremano la suddetta Compagnia ha fatto erigere un grande Tempio in onore della Vergine Maria chiamata appunto Regina dei Gigli.

La Fondatrice di questa nuova opera, che si compone di Sacerdoti, Suore e laici consacrati, si chiama Madre Liliana del Paradiso e ha voluto, per ispirazione di Dio, questa nuova Congregazione perché Maria sia fatta conoscere con questo nuovo titolo: Regina dei Gigli e perchè il suo messaggio di purezza sia accolto nel mondo.

E’ noto, infatti, a tutti come il giglio sia da sempre simbolo della purezza.

In realtà dopo che Dio mi fece la grazia di farmi conoscere suo Figlio, entrai in questa Congregazione e ci rimasi per quasi 20 anni.  Nel 1998 ne uscii (con tutte le autorizzazioni delle autorità ecclesiastiche competenti, per vivere il messaggio del Vangelo in mezzo ai fratelli che vivono più lontano da Dio. Dal 2000 come ben sapete per volontà di Dio, espressa dal Card. Michele Giordano, sono diventato cappellano di carcere. Sono ormai 8 anni che svolgo il mio ministero nell’ambito del carcere di Poggioreale (tranne una parentesi di quasi un anno come cappellano nel Carcere di Brooklyn NY) con il compito particolare di curare la catechesi dei padiglioni di Alta Sicurezza.

Chi ha seguito le mie newsletter, che invio mensilmente agli amici che seguono con interesse le vicende del pianeta carcere, e che prega e s’impegna per i nostri fratelli detenuti, si sarà certamente accorto del continuo riferimento alla Purezza. ( vedi newsletter : Gennaio 03;  Marzo 03; Ottobre 05; Maggio 06;)

La verità, dal punto di vista della nostra fede, è che la vera solidarietà può solo sgorgare da un “cuore pulito”, da un cuore che si purifica sempre più e si libera dalla prigione, ben più temibile del carcere di Poggioreale, dell’egoismo.

 

 La Purezza non è vera se non viene autenticata dalla solidarietà

La libertà di un cuore puro porta la persona a diventare sempre più consapevole della realtà del Dio che si è incarnato e ha dato la vita per la nostra salvezza. “beati i puri di cuore, perché vedranno Dio!” afferma Gesú nel discorso delle beatitudini. La purezza del cuore, liberando il vero amore che viene da Dio,  ti dà la percezione della presenza del Risorto che vive in mezzo a noi e che conduce la storia secondo il misterioso disegno di salvezza del Padre con la potenza dello Spirito. Perché è solo l’amore vero, puro, quello che viene da Dio e che è stato effuso nei nostri cuori dallo Spirito Santo, che ti dona la capacità superiore di percepire Dio! La presenza di Dio che nel suo Figlio Risorto vive in mezzo a noi si manifesta innanzi tutto nei Sacramenti della Chiesa, soprattutto nell’Eucaristia. Così si esprime il nostro Santo Padre, Benedetto XVI, nell’enciclica “Deus Caritas est”: “Nella liturgia della Chiesa, nella sua preghiera, nella comunità viva dei credenti, noi sperimentiamo l’amore di Dio, percepiamo la sua presenza e impariamo a riconoscerla nel nostro quotidiano…”( n.17) La presenza del Risorto non si limita però ai Sacramenti, noi cristiani crediamo nella presenza, certamente non trascurabile, anche  nei fratelli specialmente nei più bisognosi:

“ Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a Lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: venite benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi…” ( Mt 25, 31-36)

Per cui è verissimo quello che dice S. Giovanni, nella sua prima lettera: “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze in questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l’amore di Dio? Figliuoli, non amiamo a parole né con la lingua, ma, coi fatti e nella verità.” (1 Giov. 3,16-18)

Ma anche la solidarietà non è vera se non nasce da un cuore puro…

 

La solidarietà non è vera se non sgorga dalla purezza del cuore 

Cos’è la solidarietà se non il vero amore, il puro amore che spinge il buon samaritano ad abbassarsi sulle piaghe doloranti dell’umanità incappata nei briganti e a purificarle con l’olio della carità e le bende della speranza? Una solidarietà che porta a condividere le gioie e le angosce degli uomini e delle donne del nostro tempo e che impedisce alla “mano destra di sapere ciò che fa la mano sinistra” lontano da ogni tentazione di protagonismo e di buonismo di facciata e che può arrivare a dare la vita per gli esseri umani considerati non avversari, non stranieri ma amici e fratelli? E’ sempre il Santo Padre benedetto XVI che indica nella solidarietà la grande sfida globale del nostro millennio: “Soltanto attraverso un comune impegno di condivisione, è possibile rispondere alla grande sfida del nostro tempo, quella cioè di costruire un mondo di pace e di giustizia, in cui ogni uomo possa vivere con dignità. Questo può avvenire se prevale un modello mondiale di autentica solidarietà in grado di assicurare a tutti gli abitanti del pianeta il cibo, l’acqua, le cure mediche necessarie, ma, anche il lavoro e le risorse energetiche, come pure i beni culturali…il sapere scientifico e tecnologico…”(La Solidarietà è la sfida globale, Benedetto XVI, Angelus 11 -11 07)

 

Il Cardinale Crescenzio Sepe nel Tempio della Regina dei Gigli 

Il Cardinale Arcivescovo metropolita di Napoli, S.E. Crescenzio Sepe, ha presieduto una solenne Concelebrazione il 14 Giugno scorso, in occasione della chiusura del primo anno centenario della nascita della Serva di Dio Suor Teresina di G. O., prima seguace della Fondatrice Madre Liliana. Suor Teresina è morta in fama di santità il 5 marzo 1940, e le sue spoglie verginali sono custodite nella Cripta inferiore del Tempio della Regina dei Gigli.

In quest’occasione ha compiuto anche il rito della Dedicazione del Tempio.

Dopo la celebrazione, nell’auditorium attiguo al Tempio, a modo di conclusione c’è stato un incontro con i bambini, i giovani, i consacrati e le consacrate alla Regina dei Gigli. Il Cardinale è rimasto particolarmente commosso quando i bambini, consegnando nelle sue mani due salvadanai con dentro anche i loro piccoli risparmi, hanno manifestato la solidarietà di tutta l’Opera di Madre Liliana nei confronti dei bambini più poveri della Diocesi di Napoli.

Nel simpatico dialogo che ha instaurato con essi, il presule ha espresso i suoi sentimenti attraverso la metafora di “un sogno” che avrebbe fatto quella notte: “Questa notte ho fatto un sogno – ha così esordito – una luce fulgida mi ha illuminato e da Napoli mi ha guidato fino a S. Giorgio a Cremano. Qui ho visto un campo disseminato di gigli piccoli e grandi. Ho sentito una felicità immensa nel vedere questi piccoli gigli accogliermi con grande gioia e sentire i gigli più grandi cantare in un modo meraviglioso. Ad un certo punto una grande Luce si è accesa nel cielo e il Padre generale P. Liliano di Gesù Obbediente mi ha detto questa è la Regina dei Gigli…E’ adesso questo sogno è diventato realtà. Però non voglio che questa meravigliosa esperienza finisca qui. Voglio portarmi questa luce con me e voglio che illumini anche Napoli

TOP

 

Don Bruno Oliviero