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"Abbiamo visto la Vita!"

(1Gv. 1,1ss)

L'apparenza  

Gerusalemme, festa di Pentecoste dell’anno 30. Sono circa le 9.00 del mattino. Il cielo terso, limpido preannuncia un giorno particolarmente caldo. Ciononostante il flusso dei pellegrini non accenna a diminuire.

Vengono dal mare, dalla strada regia, e da quelle del nord. Sono pellegrini “Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadocia e del Ponto; ci sono uomini provenienti dall’Asia, dalla Frigia, dalla Panfilia ed Egitto e dalle parti della Libia che confina con Cirene; ci sono forestieri Romani, Giudei e uomini non Giudei che accettano le loro credenze; Cretesi e Arabi”. (At c.2)

Tutta questa gente, con la loro cultura, il loro stile di vita, con i loro abiti caratteristici fanno di Gerusalemme una città multirazziale creando un’atmosfera di internazionalità, gli alberghi sono pieni…le feste di Gerusalemme diventano sempre fonte di ricchezza non solo da un punto di vista spirituale ma anche economico.

La Città santa è vestita a festa. Risuonano nell’aria le grida festose dei pellegrini che si confondono con quelle dei venditori ambulanti che, agli angoli delle strade, offrono di tutto.

I pellegrini si riuniscono per la processione che li porterà al Tempio. Si canta: saliamo, andiamo alla Casa del Signore. Chiedono al Sacerdote il permesso di entrare nel Tempio mentre cominciano a levarsi in volo decine di colombe.

 È sempre uno spettacolo vedere Ebrei e non Ebrei, credenti dispersi in tutto il mondo riunirsi qui a Gerusalemme in ossequio alla legge del Signore: “Osserva la festa del raccolto quando cominci a raccogliere quello che hai seminato nel campo”. (Es.23,14).

In questa festa, infatti, si ringrazia Dio per i frutti della terra e gli si offrono le primizie: cesti di frutta con pane fresco.

 

La realtà  

Eppure nonostante l’apparente aria di festa aleggia in Gerusalemme un malessere, un senso di tristezza, di avvilimento che colpisce tutti, ma specialmente i più emarginati.

Il governo locale succube di un sistema economico globale voluto dalle multinazionali residenti in Roma, mette al primo posto il profitto e l’interesse di pochi. In questo modo mentre i ricchi diventano sempre più ricchi i poveri sprofondano sempre di più nella miseria più assoluta. Di modo che moltitudini immense vivono in condizioni subumane. La mancanza del rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo come il diritto al lavoro e al giusto salario, alla casa, all’istruzione, alla sanità si ripercuotono sulla qualità di vita della gente rendendo la situazione esplosiva.

Per questo sia l’insicurezza che il disorientamento, come anche l’angoscia per il futuro distruggono il gusto per la vita.

I giovani sono coloro che soffrono di più perché non vedono davanti a sé nessun avvenire sicuro nella libertà e nella pace.

Per questo la maggioranza dei giovani evade dalla realtà e si rifugia nelle piccole soddisfazioni della vita quotidiana: dalla teledipendenza, alla febbre del sabato sera, dal consumo esagerato di alcool alle esperienze sessuali a “fior di pelle” senza un vero impegno, fino al consumo di sostanze stupefacenti che fanno loro dimenticare una realtà così frustrante.

Per alcuni la “fuga” in piccole comunità religiose - gli Esseni - che aspettano senza far niente l’arrivo di una fantomatica liberazione dall’ “alto”…; per altri la ribellione violenta in gruppi terroristici - gli Zeloti – che con la forza vogliono cambiare la faccia della società; molti diventano facile “esca” di Organizzazioni a “delinquere” che promettono facili guadagni trafficando la “morte”. In definitiva l’aria di festa non raggiunge i cuori dei giovani annoiati, avviliti, illusi, perduti.

Mentre i giovani si rovesciano per le strade della città cercando disperatamente di dimenticare questa realtà cosi inquinata, asfissiante che impedisce loro di respirare, all’improvviso si sente una potentissima esplosione …

  La prima cosa alla quale tutti pensano è che si tratti di un nuovo attentato terroristico, ma mentre tutti corrono verso il luogo dell’esplosione, un dubbio s’insinua nella loro mente… la sensazione questa volta è che quell’esplosione non abbia niente a che vedere con la distruzione e la morte ma, che abbia a che vedere con la … Vita…difatti lo spettacolo che si offre ai loro occhi li riempie di stupore…

 

Vi annunciamo la Vita!  

Un gruppo di giovani entusiasti, uomini e donne, sicuri e pieni di voglia di vivere.

Non può essere, si dicono i giovani accorsi, non può essere “un’esplosione di vita”… questi sono giovani come noi, hanno i nostri stessi problemi… “quello è Pietro, dice uno, lo conosco è un operaio che ha tanti di quei problemi…”, e quell’altro “è Matteo, dice un altro, un odiato esattore delle tasse per conto dei Romani, e “quello è Simone, dice ancora un altro, è un guerrigliero…No, non può essere vera gioia… devono essere tutti ubriachi.

In quel momento succede qualcosa di stupendo… Tutti si sentono chi-amati ognuno nel suo “slang” da Pietro il leader del gruppo, il quale comincia a raccontare una Storia:

Quello che esisteva fin da principio, quello che abbiamo udito. Quello che abbiamo visto con i nostri occhi. Quello che le nostre mani hanno toccato del Verbo della Vita…Ve lo facciamo conoscere perché abbiate una gioia immensa…” (1Gv.1,1ss)

  “Uomini di tutto il mondo, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole: Questi uomini non sono ubriachi come voi sospettate, essendo appena le nove del mattino. Accade invece quello che predisse il profeta Gioele: “Negli ultimi giorni, dice il Signore, Io effonderò il mio Spirito su ogni persona;…: Gesù di Nazareth – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -, dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l’avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l’avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere…

All’udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: “che cosa dobbiamo fare, fratelli?”. E Pietro disse: “Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo…

Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: “salvatevi da questa generazione perversa”.

Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.  (cfr. Atti 2,1ss)

 

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Don Bruno Oliviero