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Quaresima: tempo di agonismo spirituale!

 

La Chiesa ha sempre visto la Quaresima, i 40 giorni che precedono la vittoria Pasquale di Cristo sul peccato e sulla morte,  come un tempo di combattimento spirituale. Il Santo Padre Benedetto XVI lo ha ribadito nell’angelus della prima domenica di Quaresima, il 21 febbraio scorso.

Nella sua riflessione il Papa ha richiamato il Vangelo che ci racconta come lo Spirito Santo guida Gesù nel deserto per essere tentato dal diavolo. Gesù, proprio all’inizio del suo ministero, ci mostra chiaramente chi è il nemico contro cui dobbiamo lottare: satana (Lc.  4, 1-13).

Così afferma San Paolo: “la nostra lotta non è contro creature fatte di carne e di sangue, ma contro i principi, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo oscuro,  contro gli spiriti maligni (i demoni)  delle regioni celesti”.  (S. Paolo. Ef, 6,12)

Gli fa eco San Pietro che, nella sua prima lettera, così ci avverte: "Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede,.." (1Pt. 5,8). 

Per la Chiesa l’esistenza del diavolo e la sua influenza sul mondo è fuori discussione: “Tutta intera la storia umana è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre lotta incominciata fin dalle origini del mondo” (Vaticano II, G.S. 37).

E’ un tema immenso, questo, che richiederebbe tutt’altra trattazione e competenza, mentre invece questo scritto rappresenta una semplice riflessione (e come tale la offro) di un semplice sacerdote, cappellano di carcere, che cerca di restare “in ascolto” della “Parola” e del mondo!  La mia riflessione non affronta eventi quali le guerre, conosciute e sconosciute, i grandi fatti criminosi che avvelenano la vita quotidiana di milioni di persone dove, per così dire, l’esistenza di satana e la sua influenza nel mondo si percepisce in modo maggiore.  Qui vorrei riflettere, e invitare a riflettere, su dei dati che rappresentano una realtà che sta progressivamente invadendo la nostra vita in tutti i suoi aspetti. Una realtà che, a vederla in modo superficiale, a tutto farebbe pensare tranne che alla presenza e all’attività di un essere oscuro e tenebroso come satana.

 

L’intrattenimento prima di tutto!

-          Nella società odierna sembra facciano più rumore i dodici milioni di persone che hanno assistito al festival di Sanremo, che gli otto milioni di poveri recensiti dall’Istat al 31 luglio 2009 e i tre milioni che vivono in miseria assoluta.

-          Sembra che sia più importante sapere se i giocatori di Calcio meritino i milioni di euro per i contratti che stipulano con le società sportive, che sapere come risolvere il dramma dei 2.000.000 di disoccupati che attualmente si trovano in Italia (1 giovane su quattro è disoccupato).

-          Fa più notizia il tentativo di far passare, in sede Europea, una legge che dia diritto di cittadinanza a nuove “tipologie” di famiglie: L.G.B.T. (unioni tra Lesbiche, Gay, Bisessuali e transessuali con addirittura il diritto di adottare bambini), che l’abbandono completo da parte dei governi delle vere famiglie, specialmente quelle con più figli, che non riescono ad arrivare alla fine del mese.

-          Il lancio di un nuovo gadget tecnologico è un evento che fa scalpore (per es. la presentazione dell’Ipad della Apple) e suscita entusiasmi incommensurabili, mentre sembra lanciato nel deserto l’allarme che da più parti si è levato riguardo agli effetti nocivi che le nuove tecnologie (di per sè buone) producono specialmente sui più giovani: sempre connessi ma ormai disconnessi da se stessi, dagli altri e da Dio innanzitutto. ( vedi http://scuola.repubblica.it/blog/2009/tecnologie-e-solitudine/ )

Come Cappellano di carcere, vorrei anche far notare come la tempesta emotiva suscitata da singoli eventi criminosi (trasformati anch’essi in spettacolo) disabilita completamente la capacità razionale dell’uomo impedendogli di capire che la società, nel suo insieme, ha una parte di responsabilità nella commissione dei reati. D’altra parte, la rabbia e il desiderio di vendetta che essa provoca conducono, inevitabilmente,  a far uso della detenzione come unica risposta sanzionatoria. Per questo ci ritroviamo oggi a dover fronteggiare un record di sovraffollamento nelle carceri che  produce, paradossalmente, più insicurezza.

 

The Family that play together stay together?????

Ricordo che durante la permanenza negli Stati Uniti lo scorso mese di Agosto (ho partecipato a un Convegno dell’ACCCA, vedi reportage http://www.solidarity-mission.it/nl_agosto_2009.htm#newsletter),  rimasi colpito da uno spot che trasmettevano alla TV. Lo spot mostrava anziani, giovani e bambini che giocavano insieme davanti a uno schermo, chiaramente enorme e ad alta definizione, senza più la necessità di usare lo joystick. Insomma anche gli anziani,  adesso,  possono giocare semplicemente muovendo il corpo davanti allo schermo. Il messaggio che ti veniva lanciato, mentre guardavi quei volti felici e beati giocare davanti alla televisione, era: “La famiglia che gioca unita resta unita!”. Questo slogan parafrasava un’espressione bellissima nata negli anni ’50 in ambito cattolico e propagata da Mons. Fulton Sheen, un fervoroso vescovo cattolico, che aveva ottenuto un programma televisivo tutto per sè. Lo slogan di Mons. Sheen era: “La famiglia che prega unita resta unita!” Come cambiano i tempi … il dio "Tecnologia” riesce a salvare la famiglia dalla disgregazione: facendola ... “giocare unita” (?!)

Certamente non è mia intenzione rinnegare gli innumerevoli benefici che la cultura postmoderna e la tecnologia.  in particolare,  stanno apportando al progresso dell’umanità, pur tuttavia,  mi sembra che essa stia anche “installando” nella mente dell’uomo un unico, grande criterio di giudizio che sta soppiantando i criteri tradizionali di distinzione tra bene e male, tra verità e menzogna, tra bello e brutto. L’unico criterio di giudizio della realtà sembra sia diventato la distinzione tra ciò che intrattiene da ciò che è noioso, pesante. In conformità a questo criterio, dunque, solo ciò che ti coinvolge fortemente a livello emotivo, ciò che ti procura sensazioni forti è degno di essere vissuto, il resto è insignificante (non importa quanto vero, bello e buono esso possa essere). Com’è possibile, per coloro che hanno il dono della fede, non vedere in tutto questo stravolgimento della verità, del bene e dell’ordine costituito da Dio, l’influsso di qualcuno che, come Gesù ci ha rivelato, trama nell’ombra per alienare l’uomo da Dio, dagli altri e da se stesso?

 

Le armi dello spirito

Il Santo Padre, sempre nel corso dell’Angelus, ci ha illuminati su come rispondere all’azione diabolica, richiamando ancora l’esempio di Gesù: “Cristo è venuto nel mondo per liberarci dal peccato e dal fascino ambiguo di progettare la nostra vita a prescindere da Dio – ha spiegato –. Egli l’ha fatto non con proclami altisonanti, ma lottando in prima persona contro il Tentatore, fino alla Croce”.  

L’arma che Gesù ha usato contro satana? Citando sempre l’episodio delle Tentazioni di Gesù nel deserto, il Santo Padre ci ricorda con quali armi dobbiamo lottare: “E di fronte alle tentazioni del diavolo, “Gesù antepone ai criteri umani l’unico criterio autentico: l’obbedienza alla volontà di Dio”.  “Anche questo è un insegnamento fondamentale per noi – ha concluso –: se portiamo nella mente e nel cuore la Parola di Dio, se questa entra nella nostra vita, possiamo respingere ogni genere di inganno del Tentatore”.

 

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Padre Oliviero Bruno