Giustizia e Pena in America

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Di Antonio Lovati, SEAC notizie Anno VI numero6 Novembre-Dicembre2000

 

La Giustizia Riparativa

 

Il sociologo americano del Center For Rational Correctional Policy, Brian T. Pierce, scrive (www.pierce.simplenet.com): “Il carcere e’ distruttivo e violento. Non e’ diventato che un deposito umano. E le vittime del crimine non traggono alcun beneficio dall’attuale sistema; le prigioni dovrebbero essere usate per raccogliere solo gli individui pericolosi e non quelli condannati, anche per lungo periodo di tempo, ma per delitti non violenti contro la proprieta’ o connessi all’uso della droga.

Quando la carcerazione e’ necessaria, il tempo della carcerazione dovrebbe essere impiegato per permettere ai ristretti d’imparare a conoscere se stessi e la societa’ in cui vivono. I lavori servili in carcere da soli non sono efficaci, perche’ non preparano I condannati al loro ritorno nella societa.

Sebbene possa essere difficile acettarlo, dobbiamo aiutare I criminali –che sappiamo dovranno essere rilasciati- ad imparare un mestiere, per permettere loro di integrarsi nella societa’. Abbiamo bisogno di aprire le porte, non chiuderle”.

Se la carcerazione come e’ attuata oggi non serve, cosa possiamo fare?

Si parla di “giustizia riparativa”. Ho tradotto con questo termine le espressioni: “ restorative” o “restoring justice, real justice” o “victim offender mediation”: usero’ “colpevole” per il termine “offender”

Un gruppo di studio delle Nazioni Unite ha adottato per giustizia riparativa la seguente definizione: “ La giustizia riparativa e’ un processo dove tutte le parti coinvolte in un reato si mettono insieme per risolvere collettivamente I problemi immediate e future connessi al reato particolare” (www.restorativejustice.org)

La giustizia riparativa: e’ un modo diverso di pensare al crimine e alla nostra risposta; si focalizza sul danno causato dal crimine: riparando il danno arrecato alla vittima e riducendo I danni futuri prevenendo il crimine; richiede che i colpevoli assumano la rersponsabilita’ delle proprie azioni e la consapevolezza del danno che hanno causato; cerca riparazione per la vittima, ricompensa dal colpevole e reintegra entrambi nella comunita’; puo’ essere raggiunta attraverso uno sforzo di cooperazione da parte delle comunita’ e dello Stato.

Si pensa che la giustizia riparativa possa migliorare la giustizia criminale tradizionale in quanto: vede gli atti criminali in modo piu’ comprensivo: piuttosto che definirli soltanto come infrazione della legge, riconosce che I colpevoli danneggiano le vittime, la comunita’e persino se stessi; coinvolge piu’ parti: piuttosto che affidare ruoli chiavi solo allo Stato e al colpevole, misura quanto danno e’ stato procurato alla vittima e alla comunita’; misura il successo in modo differente: piuttosto che misurare quanta punizione e’ stata inflitta, misura quanto danno e’ stato riparato o prevenuto.

Numerose organizzazioni si occupano di studiare e sperimentare  la giustizia riparativa. Ne citiamo solo alcune.

 

La Victim Offender Mediation Association (Voma) : Offre indicazioni di programmi accademici, di risorse dello Stato e di organizzazioni che si occupano del problema negli USA. Un convegno di particolare rilevanza ha avuto luogo dal 12 al 16 settembre 2000 a Minnetonka (Minnesota, USA)

(www.voma.org)

 

Real Justice : Organizza essenzialmente conferenze per I giovani nelle scuole di ogni grado, a membri della polizia, a magistrati. (www.realjustice.org)

 

Il Center For restorative Justice & Peacemaking: Offre occasioni di formazione per comunita’, scuole, famiglie, organizzazioni di lavoro. Ha tentato di sperimentare la giustizia riparativa non solo nell’ambito giovanile, ma anche per delitti che implicano grande violenza. (ssw.che.umn.edu)

 

La Criminal Justice Policy Coalition : Si occupa della delinquenza nel Massachusetts, mettendo in particolare evidenza le enormi somme impiegate nell’area della giustizia, in confronto a quelle destinate all’istruzione superiore ed ai servizi per gli anziani e per la casa. (www.cjpc.org)

 

Il Victim Offender Recon-ciliation program (VORP) : porta I colpevoli di fronte alle vittime dei loro crimini con l’assistenza di mediatori istruiti, generalmente un volontario della comunita’. Il crimime e’ personalizzato in modo che I colpevoli imparino le conseguenze umane delle proprie azioni e le vittime (generalmente ignorate dall’attuale sistema giudiziario) hanno l’occasione di esprimere I propri pensieri e I propri sentimenti a chi maggiormente dovrebbe ascoltare, contribuendo a; processo di ripresa della vittima dell’evento. (www.vorp.com)

 

The National Center For Victims Of Crime (NCVC) : svolge analoghe funzioni del precedente. (www.ncvc.org)

 

Il Mennonite central Commettee (MCC): Offre un’ampia bibliografia  relativa a pubblicazioni inlingua inglesa. (www.mcc.org)

Agli italiani suggerisco due pubblicazioni: “Dare un posto al disordine” a cura di Duccio Scatolero (Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995) e “La sfida della mediazione” a cura di Gianvittorio Pisapia e Daniela Antonucci (CEDAM, Padova 1997).

In tutte le descrizioni dela giustizia riparativa viene evidenziato come la natura e la mutevolezza del fenomeno della mediazione e l’impossibilita’ di ricorrere a strumenti standard per affrontarlo creano l’esigenza di nuovi attenti studi e di ulteriori esperimenti. Tuttavia le esperienze fin qui acquisite mostrano che I programmi bene avviati di mediazione e di risarcimento presentano tre caratteristiche comuni:

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