Saluto di Mr. Christian Kuhn, Presidente dell'ICCPPC a Sua Santità, Papa Benedetto XVI , 

in occasione dell’ Udienza Privata  per i partecipanti  al 12°Congresso mondiale della  ICCPPC , il 6. Settembre 2007

 

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Santo Padre,

 

Con l’udienza di oggi Lei ci concede uno straordinario onore e noi siamo infinitamente grati per questo grande riconoscimento.

Al Suo cospetto e alla presenza di così nobili Eminenze ed Eccellenze, al Ministro della Giustizia e a molti e importanti rappresentanti di Stato, inauguriamo  il nostro 12° Congresso Mondiale della Commissione Cattolica Internazionale dei Cappellani di Prigione, che si tiene qui a Roma grazie al prezioso supporto della Conferenza Episcopale Italiana.

La nostra Commissione, con i suoi 100 paesi membri, dei quali più di 60 sono qui riuniti, ha come scopo quello di promuovere sul piano internazionale e  nazionale la Pastorale Cattolica  nelle prigioni. Il nostro lavoro si svolge sotto la guida della Commissione Episcopale composta da Cardinali e  Vescovi di diversi continenti ed è sotto la tutela del Vescovo di Salford. Come organizzazione, abbiamo stato consulenziale presso le Nazioni Unite, in stretta collaborazione con la Rappresentanza della Santa Sede, i Cappellani consiglieri Spirituali nelle prigioni diffondono la causa dei diritti dei prigionieri, cosi come di quelli delle vittime, ed anche del servizio all’ interno delle prigioni.

 I Cappellani di prigione sanno che dietro alla colpa spesso si celano profonda povertà e difficoltà psichiche per coloro che si trovano in prigione.

Siamo grati del grande incoraggiamento per il nostro lavoro, ricevuto già durante il pontificato del grande papa Giovanni Paolo II, in special modo dalla lettera ai Prigionieri nell’anno giubilare del 2000 da cui abbiamo imparato molto, e dall’ incoraggiamento che riceviamo oggi attraverso questa udienza.

Santo Padre, Lei ha già dato un grande segno con la sua visita al carcere minorile di Roma. La Chiesa non dimentica e non dimenticherà le persone dietro le sbarre, perché lì incontriamo il Signore. Questo è il tema del nostro Congresso: Scopri il Volto di Gesù in ogni prigioniero.

Al prigioniero noi vogliamo portare l’annuncio liberatore della Salvezza e aiutarlo con la forza dell’esempio del buon Samaritano.

La nostra Commissione organizza corsi di formazione per Cappellani spirituali di prigione, in collaborazione con Vescovi, ad esempio nei paesi dell’Europa dell’Est, in Libano e recentemente il primo corso regionale per Cappellani di Prigione africani, su invito del Cardinale Tumi a Duala, Kamerun. In alcuni paesi la nostra Commissione, per desiderio di vescovi locali, supporta e indirizza iniziative per la fondazione di una strutturata attività dei cappellani spirituali di prigione.

Il seminario con il tema dei Diritti Umani dei Prigionieri, due anni fa su invito del Cardinale Martino insieme al Consiglio Papale Giustizia e Pace, incontrò un eco mondiale.

Noi siamo convinti che solo in stretta collaborazione con la Santa Sede e in comunione fraterna gli uni con gli altri potremo affrontare grandi sfide: tra queste, il sempre allargato uso della pena di morte, la tortura e la condizione inumana in molte prigioni nel mondo, mi riferisco anche alla diffusione di molte sette nelle prigioni, penso al bisogno spirituale e all’isolamento di tanti uomini in prigione, che hanno bisogno di cure e di un incontro con l’acqua della vita.

Il Signore si è identificato in Mt 25 con un prigioniero, indipendentemente dalla questione se fosse o no colpevole. Il nostro Congresso vuole conferire nuovo slancio al nostro lavoro e mettere in moto nuove iniziative, ma anche richiamare all’attenzione la sorte di più di 9 milioni di uomini nel mondo che sono in prigione.

L’ anno scorso la nostra Commissione, con l’aiuto dei consiglieri spirituali nei paesi membri ha organizzato un concorso d’arte per prigionieri, a cui hanno preso parte più di 1500 partecipanti provenienti da 49 paesi e comprendenti 5 continenti. Vorrei adesso offrirle il catalogo contenente le opere selezionate, e consegnarle un bronzo creato da un prigioniero, come ricordo dell’incontro di oggi.

Santo Padre, ancora una volta vorrei esprimere, a nome della nostra comunità, il più sentito ringraziamento per l’ udienza di oggi. Le assicuriamo che porteremo avanti il nostro compito con amore ed impegno.

Le chiediamo quindi per il nostro lavoro la Sua Benedizione Apostolica.